Gli enfant prodige non hanno tempo per crescere, maturare. A volte, pagano il prezzo di questa “fretta” più avanti, come nel caso di Boris Becker, ma questo è un altro discorso. Perché quando l’ex numero del mondo tedesco arriva sui campi del Tc Milano non ha nemmeno 15 anni (li compirà solo a novembre). 

Esplosivo lo era già, ma non abbastanza da guadagnarsi il nickname di Bum Bum. Così quando incrocia la racchetta con il veronese Corrado Aprili nel primo turno lotta come un leone, ma alla fine è il tennista azzurro, dopo oltre quattro ore, ad avere la meglio. Aprili stesso, ancora oggi ricorda: “Fu un match molto combattuto, vinsi 7-6 6-7 9-7 dopo 4 ore e venti minuti. Lui era già tosto anche se era più piccolo di me. Mi ricordo che oltre al suo allenatore aveva già uno staff di tre persone al seguito. Quando andai in segreteria a comunicare il risultato, l’allora direttore del torneo mi disse: ‘Bravo Corrado, hai battuto uno che diventerà un campione’”.

Col senno di poi, tutto ha un senso se pensiamo che solo tre anni più tardi, nel 1985, con i suoi 17 anni diventerà il più giovane vincitore della storia di Wimbledon.